Monica

Bentrovati Folks!

Sesto è ultimo appuntamento con le Storie del Vaso, per questa terza stagione che si sta concludendo. Non temete, stiamo già lavorando alla quarta e ci saranno ancora tante e belle sorprese. Promesso.

La storia di oggi è tratta dai ricordi che Maria Luisa Ceciarelli, in arte Monica Vitti, ha scritto nel 1995. Un omaggio ad un’Artista che ha saputo lasciare un segno indelebile nel nostro immaginario per sempre.

Riassumendo, i protagonisti di questa puntata sono:

un Autore: Monica Vitti

una Storia: “Il letto è una rosa” 

una Voce: Elisabetta Belletti

Un arrivederci alla prossima stagione (tra pochissimo), ma continuate a seguirci perché ci saranno ancora tante novità dedicate alle Storie che qui nel Vaso di Pandora non possono più mancare.

Buon ascolto Folks!

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Elisabetta Belletti

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Betta ha avuto la fortuna di giocare con Daniele e Cesare Lievi al Teatro dell’Acqua dove  è stata Pantea ne “La morte di Empedocle” di Holderlin , poi con Fausto Ghirardini   è stata Cosimo ne  “Le vie degli alberi” (da “Il Barone Rampante” di Italo   Calvino)  con Alessandro Mor e Anna Dego ha partecipato a numerosi laboratori di improvvisazione, con Alessandro Mor e Alessandro Quattro ha lavorato a diversi  laboratori di studio intorno a una riduzione de  “Le tre sorelle” di A. Cechov. Continua a subire il fascino della voce, tra i suoi insegnanti  Jonathan Hart Makwaia, professor of Voice e performer del Roy Hart Theatre, e Lisbeth Hultman cantante lirica e terapista gestaltica danese. Si diverte a leggere e a raccontare storie. Insegna inglese prevalentemente agli adulti, traduce e fa l’interprete. Ha collaborato recentemente con Sara Poli come interprete dell’intervista a Marie France Ionesco per la realizzazione del video “Ionesco Segreto”.

 

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Fabio Koryu Calabrò nato a Bologna la notte di Halloween del 1960. Da tutta la vita è serenamente tormentato da una necessità fisica di esternazione, cosa che lo ha condotto nel corso del tempo a fare uso di tutti i possibili mezzi di comunicazione in disordine sparso. Monaco zen assai pigro ed architetto non praticante, continua scrivere canzoni su canzoni su canzoni. Paciosamente compulsivo, la sua discografia comprende diverse collaborazioni con svariati artisti oltre ai lavori che portano il suo nome. Il “KORYUBOLARIO”, libro con CD, è un po’ la sua “summa theologica”. Una antologia di diciotto brani registrati in epoche differenti ed un florilegio di massime e battute espresse in forma vocabolariale. Del tipo: ASTUZIO, portafurbizie. ESTREMENTO, ultima cacca. MUCCHINISTA, manovratore di bovini. Miscelando abilmente intelligenza e ironia, la scuola del teatro canzone e quella del cabaret, ne esce un’immagine sufficientemente poliedrica da provocare strani riflessi. Pardon, riflessioni. “Cielo a pecorelle, piovon mozzarelle”, ad esempio. Il percorso cantautorale invece spazia dalla profondità di brani come “Quest’anno” alla irresistibile versione italiana di un antico problema matematico: “Io sono mio nonno”, passando attraverso il jazz ed il blues, il valzer e la ballata. Senz’altro il “Koryubolario” non vi annoierà, e difficilmente potrà invecchiare più di tanto: il divertimento è sempre attuale. E passare attraverso parole e musica per risvegliarlo dal torpore quotidiano è compito degli instancabili creatori di sciocchezze, come colui che sta cominciando a sentirsi un po’ stupido a scrivere di se stesso in terza persona. Va bene, mettiamola giù così: sarei oltremodo onorato e felice che una copia del mio lavoro potesse entrare a far parte della vostra collezione di medicinali. A tale proposito vi suggerisco l’indirizzo giusto: www.almamusic.it. Se poi voleste entrare in contatto coi prodromi di una futura “Encikoryupedia”, è sufficiente che cerchiate “fabiokoryu” oppure “orkestrazbylenka” su YouTube. Se ancora non foste soddisfatti: www.pepinoefedele.biz. Il bello della rete è che anche se cadi non ti fai male. A meno che tu non sia un pallone da calcio.
Sportivamente vostro, Fabio KoRyu Calabrò.
Ah, a sproposito: Happpy New Year.